Domenica 19 è stato disputato il Trofeo “The Beach Club” valido come tappa di Coppa Italia della disciplina Stand Up Paddle (SUP). Farmacisti in aiuto, in qualità di Social Partner dell’ASD The Beach Club, era presente con un proprio punto informativo.
Questo il racconto di una nostra volontaria che ha partecipato alla giornata
Una esperienza ricca e che, per alcuni versi, rischia di stordire se vissuta a pieno. Ero andata pensando di passare una giornata in spiaggia in compagnia delle tre Associazioni (ndr. Farmacisti in aiuto, The Beach Club, 7Laghi SUP), di tanti atleti, dei loro accompagnatori e di raccontare le attività e i progetti intrapresi da Farmacisti in aiuto.
Arrivata di primo mattino non c’era vento ed il mare era calmo; gli organizzatori della manifestazione andavano e venivano operosi, nel frattempo cominciavano ad arrivare i primi concorrenti. Nulla faceva presagire lo stato d’animo con cui me ne sarei andata a casa a fine serata.
Di lì a poco il vento ha cominciato a soffiare più forte e il mare si è increspato in modo considerevole: la gara era diventata difficile, addirittura impraticabile per i non professionisti; gli stessi concorrenti di Coppa Italia continuavano a studiare il mare in cerca di nuove strategie e scegliendo la strumentazione tecnica più adeguata. Ho osservato a lungo gli atleti professionisti e non, confrontarsi sui percorsi; poi la gara, il pranzo a gruppetti, la premiazione finale.
Ma c’è stato tanto altro rispetto a questa cronaca: amicizia, solidarietà, forza d’animo, spirito di squadra, sana competizione.
Sana competizione
Ho visto due atleti, muscolari e agguerriti, guardare le onde che si rompevano in riva e parlare della gara che si sarebbe disputata di lì a poco. Uno dei due era molto preoccupato, non aveva con sé tavola e accessori adatti a quel tipo di condizioni climatiche; temeva che questo lo avrebbe reso meno competitivo. Dopo un attimo di silenzio l’altro lo guarda e con slancio gli dice: “se pensi di trovarti meglio, ti presto la mia di attrezzatura, abbiamo le stesse misure… con questo tempo io ho comunque meno chances di te. Se ti va bene, ce le scambiamo”. Entrambi imbracciano la tavola dell’altro ed entrano in acqua a provarle.
Il coraggio
Un metro e cinquanta, giovanissima, tubolare della pagaia ben più spesso del suo braccio. Guarda il mare, si guarda intorno alla linea di partenza, respira a fondo e poi trattiene il fiato; come gli altri, sa che oggi la partenza sarà più dura del previsto. Fino all’ultimo ancora non sapeva se sarebbe potuta partire o se la Commissione Gara avrebbe deciso di non far partire affatto la gara amatoriale. Entra in acqua sballottata nella bagarre della partenza; i primi metri dalla riva, dove le onde si rompono più violente, sono le più difficili. Cade dalla tavola, viene urtata, si rialza e riprende a pagaiare più forte di prima. Immensa.
La forza d’animo
Ormai a fine gara agonistica. I primi sono rientrati almeno 20-30 minuti prima, in spiaggia non c’è più nessuno perché il vento ti sbatte la sabbia come aghi in faccia. Già da diversi minuti il penultimo ha suonato la campana dell’arrivo quando in lontananza si vede ancora un atleta all’ultimo giro di boa; lo spazio che lo divide dal traguardo sembra una infinità. In mare solo i mezzi della Commissione Gara che seguono ogni sua mossa. Al traguardo arriva sfinito, esausto, ma ha scelto di onorare la sua gara nonostante tutto. A lui, di cui ho seguito con trepidazione l’ultimo giro, vorrei dire solo grazie.
Lo spirito di squadra e la solidarietà
Esce dall’acqua piangendo dopo che la sua gara era stata annullata. Un’altra volontaria le si avvicina, preoccupata che la poco più che bambina si fosse presa un bello spavento per il mare così severo. Assolutamente no, lei stava benissimo ma era preoccupata per gli altri suoi amici e familiari in mare: dove sono? Saranno in difficoltà? A volte sapere che non si è soli, che si può contare sugli altri è di grande conforto. Lei era lì e li ha aspettati tornare uno ad uno andando loro incontro sorridendo.
La sfida
Una sfida contro se stessi, contro i pregiudizi, contro le barriere. Quelle che ogni giorno si trova a dover combattere chi ha una disabilità. Oggi era presente un atleta non vedente, Presidente di una Associazione di SUP che promuove questo sport rendendolo accessibile anche a persone con disabilità visiva. Per qualche ora ho “guardato” le cose in un altro modo, assistendo ai suoi preparativi; ho avuto il piacere di parlare con lui mentre mi raccontava con disinvoltura la sua nuova vita quando fu costretto a ricominciare da capo. Chiudo gli occhi anche io; sento le voci più distinte e percepisco alcuni suoni in lontananza, ma vengo sorpresa quando una persona si è avvicinata a me senza che me ne accorgessi e mi ha rivolto la parola. Mi sfiora un oggetto, forse un indumento o magari la custodia di una tavola ma non capisco. Riapro gli occhi e rimango senza parole, lui pratica SUP, io non credo riuscirei nemmeno ad alzarmi in piedi su una tavola.
Se vi siete persi tutto questo, mi dispiace. Invito tutti voi a partecipare anche solo un giorno come volontario ad una qualsiasi delle manifestazioni a cui partecipa Farmacisti in aiuto; con un po’ di sensibilità e vedute aperte, riuscirete a raccogliere degli insegnamenti straordinari. Ancora grazie per avermi reso parte di tutto questo.