Il piede torto congenito è la più comune malformazione delle ossa e delle articolazioni nei neonati: si verifica in 1 bambino su 1000. Al momento non si conoscono con certezza le cause del piede torto, ma molto probabilmente si tratta di un disordine genetico. Le probabilità di avere un secondo bambino affetto da questa malformazione sono circa 1 su 30.
I geni responsabili della malformazione del piede torto si attivano tra la dodicesima e la ventesima settimana di vita fetale. Durante la gravidanza spesso è possibile venire a conoscenza della patologia dalle normali ecografie di controllo. Il piede torto può essere unilaterale o bilaterale ed è stata riscontrata una maggiore incidenza nei maschi rispetto alle femmine.
Fino a qualche anno fa l’ unico metodo utilizzato per affrontare questa invalidità era un metodo invasivo, cruento e quasi sempre invalidante. Pazienti operati con questa tecnica antiquata, ma paradossalmente ancora molto utilizzata, possono testimoniare una scarsa funzionalità dei loro piedi, molto spesso martoriati dalle numerose operazioni, e costretti a vivere in compagnia di analgesici e antinfiammatori-antidolorifici.
Oggi i genitori di un bambino nato con piede torto possono essere sicuri che il loro bambino, se correttamente curato da esperti, non avrà nessun tipo di handicap e sarà perfettamente in grado di condurre una vita normale e attiva.
Anche se utilizzato da molti anni, specialmente nei paesi poco sviluppati, il metodo Ponseti consente di risolvere in modo definitivo e non invasivo questo problema. Non si capiscono i motivi (ma si possono
intuire) per i quali, nei paesi industrializzati, tale tecnica non è stata accettata dagli ortopedici fin dall’inizio e solo ora grazie agli inconfutabili risultati e all’impegno di un gruppo sparuto di ortopedici che si sono specializzati
negli Stati Uniti, inizia solo ora ad essere conosciuta dalla grande massa.
L’ideatore del metodo è il Dr. Ignacio Ponseti che dal 1940 grazie a notevoli doti di intuito e straordinaria sensibilità, perfeziona sempre più la sua tecnica, a tutt’oggi ritenuta la più efficace. Cercando di intervenire già nelle prime settimane di vita del neonato, attraverso una particolare manipolazione e successiva applicazione di apparati
gessati appositamente modellati e sostituiti con cadenza settimanale, si corregge in maniera graduale la postura. Normalmente vengono applicati 5/6 gessetti. Prima di applicare l’ultimo gessetto , il tendine di Achille verrà sezionato chirurgicamente per via transcutanea per ottenere la completa correzione del piede equino. L’ultimo apparecchio gessato viene portato per tre settimane, nel frattempo il tendine di Achille si ricostituisce senza la formazione di cicatrici; a quel punto i legamenti tarsali si saranno rimodellati nella posizione corretta.
Successivamente si rende indispensabile l’utilizzo del tutore per l’abduzione del piede al fine di evitare le recidive che sono il vero nemico uno della patologia. Per i primi tre mesi il tutore dovrà essere indossato 23 ore al giorno e successivamente solamente durante la notte per un periodo variabile da
un minimo di 2 a un massimo di 4/5 anni.
Per maggiori informazioni consultare il sito www.piedetorto.it