Ma che forma ha l’acqua ? Già i filosofi greci se lo chiedevano, altri intellettuali e studiosi, anche attuali, si sono appropriati di questo argomento, a dir il vero di notevole effetto , ma la risposta al quesito rimane quella di Anassimene e dei segreti eleusini : l’acqua non ha forma e prende la forma del recipiente che la contiene o ,direi io, di quanto al suo contatto trae vita e vigore.
Talete poi individua nell’acqua l’energia in continuo moto ed in continuo divenire.
E l’acqua di Molulu che forma ha?
La vedremo ingabbiata, chiusa nel bacino, ammassata nelle vasche di raccolta ed in effetti privata della sua libertà di adesso di scorrere quieta dalla montagna; e nel breve tratto intermedio quasi piano la vedremo forte e vigorosa nella caduta rumorosa della cascata.
Una striscia bianca nel verde intenso della rigogliosa vegetazione, quasi un’anima viva che indica in modo perentorio tutta la grande valle che da lassù si abbraccia con lo sguardo.
La valle dalla piana di Mswero alle colline di Madizini e di Msange, alle montagne che circondano la piana di Msolwa e poi su a Kisanga, Kikonga, Mbegesela e poi i contrafforti che limitano la vista di Mikumi.
La valle e la sua gente che rende fertile questa terra solo con la zappa, che sa usare la ricchezza della natura con mezzi semplici e con regole dettate dall’esperienza tramandata solo dalle tradizioni familiari.
Gente che, pur nella serenità della vita semplice che conduce, è in apprensione per la salute dei bambini, fatica nella ricerca di ogni giorno di acqua pulita e di conservare il cibo per l’indomani e ha, a parte qualche eccezione, solo una scolarità di base.
E se l’acqua di Molulu prendesse la forma del sorriso di un bambino perché a casa sua è arrivata quella benedetta “umeme” (elettricità) che permette a sua madre di avere acqua e cibo puliti ,un gabinetto idoneo, può usare tutele per tenerlo sano e a suo padre di poter conservare ed anche trasformare i frutti della terra in modo da avere un reddito migliore per le esigenze della famiglia?
E se l’acqua prendesse la forma di scuole illuminate, di utilizzo ottimale delle strutture ed attrezzature dell’ospedaletto di Msange e se tutti, se i mezzi di comunicazione aumentassero le possibilità culturali, entrassero nella globalizzazione delle menti migliorando con la freschezza dei giovani, che in Tanzania sono tanti ed entusiasti e che sicuramente saranno i protagonisti del loro futuro, questo mondo tanto bello, ma intristito dall’altra globalizzazione, quella dei consumi.
Ecco se la forma dell’acqua di Molulu fosse quella del sorriso di tanta gente che contagia tutto il mondo potremmo dire che ne valeva la pena.