Che fine hanno fatto i milioni di Nepalesi colpiti dal terremoto? Purtroppo queste grandi tragedie hanno degli strascichi lunghissimi e il ritorno alla normalità è ben lontano. Per fare un paragone improprio, basti pensare all’attuale situazione de L’Aquila a diversi anni dal terribile terremoto che ha colpito la zona; immaginiamoci la situazione in una zona disagiata come può essere il Nepal a soli poche decine di giorni da un terremoto di proporzioni maggiori (incluso spostamento del Monte Everest di 3 cm).
Riportiamo per intero il report che ci è stato inviato da Barbara, una responsabile di Apéiron, l’Associazione con presidio sul posto con cui stiamo collaborando insieme a Namastè Onore a Te per questo progetto.
I riflettori dei mass-media sul Nepal sono ormai definitivamente spenti, come se tutto fosse tornato alla normalità, visto che non ci sono più europei dispersi . Ma laggiù (o, meglio, lassù) 2 milioni di persone non hanno una casa, hanno perso tutto ciò che avevano (spesso anche familiari), non hanno un lavoro (almeno molti di loro) e in questa situazione i più deboli sono vittime di soprusi e violenze di ogni genere. Solo qualche giorno fa, per esempio, proprio nel Comune di Jharlang dove Namastè insieme ad Apeiron hanno elaborato un progetto di ricostruzione, la Polizia ha scoperto dei loschi individui che avevano prelevato 26 bambini e bambine da portare a Kathmandu per qualche traffico illecito. Già molti bambini rimasti orfani a causa del terremoto sono “scomparsi” e il dubbio che siano stati rapiti è quasi una certezza. La situazione sanitaria (sta imperversando l’Epatite E), ma anche quella alimentare e logistica sono più gravi nei grandi centri e soprattutto a Kathmandu, dove Apeiron ha messo su un campo di rifugio sicuro per donne e bambini. Ci dice Barbara: il campo “dà asilo a circa 400 persone (80 famiglie), tutte evacuate dal Distretto di Sindhupalchok. Le famiglie non hanno più niente al villaggio di origine. Lo staff di Apeiron ha incontrato una donna alla quale non era rimasto nemmeno un bicchiere per bere. Gli animali, i pochi rimasti, stanno morendo di fame.”
Le conseguenze del sisma sono di portata inimmaginabile: “ ll terremoto in Nepal ha spostato la cima dell’Everest di 3 centimetri a sud-ovest. Ma l’altezza sembra rimasta la stessa. Il sisma ha cambiato la geografia e la topografia di intere zone del Nepal, con la formazione di nuove piccole vallate a causa di frane, sbarramenti di fiumi e torrenti e crolli di interi versanti di colline. Anche se ora le scosse di terremoto sono di magnitudo decisamente inferiore, nei prossimi anni si sentiranno ancora le conseguenze di questo sisma” .
Ancora adesso si verificano ovunque frane disastrose. E il monsone è arrivato, pur se ancora debole. La gente dei “nostri” villaggi da due mesi dorme principalmente sotto teli di plastica sostenuti da 4 paletti, non vere e proprie tende ma tettoie soltanto perchè le poche disponibili sono state usate per le scuole.