In Tanzania la situazione sanitaria è particolarmente delicata, e presenta una principale contraddizione di fondo: vale a dire un’apertura al cambiamento che convive però con difficoltà oggettive insieme a corruzione.
Infatti questo paese ha assunto l’approccio della Primary Health Care dopo la dichiarazione di Alma Ata del 1978 (la Conferenza Internazionale sull’assistenza sanitaria primaria), che prevede un sistema socio-sanitario che tende a soddisfare le esigenze di salute della popolazione in modo integrale, in particolar modo partendo dall’assistenza materno-infantile. In accordo a questo approccio sono previste ad esempio la pianificazione familiare, le vaccinazioni contro le più diffuse malattie infettive, la diagnosi ed il trattamento delle malattie più comuni e servizi d’urgenza per chirurgia o traumatologia, insieme a piani di rifornimento di acqua pulita ed educazione sanitaria.
La Tanzania è inoltre uno dei pochi Paesi dell’Africa sub sahariana che ha varato un documento ufficiale che prende in esame il problema della disabilità legata anche all’assistenza sanitaria, il “National policy on disability” del 2004.
Ma tutto questo, purtroppo, si scontra con la realtà di un paese in cui c’è carenza di personale medico, di attrezzature sanitarie e di medicinali specifici, in cui le trasfusioni di sangue non sono sicure e c’è una grandissima difficoltà di comunicazione e di spostamenti con le zone interne.
Le risorse umane sono infatti il vero problema di una rete ospedaliera che è anche estesa e capillare, ma non ha abbastanza personale, che fra l’altro, una volta formato, preferisce restare in città dove i salari sono più alti.
La corruzione è un altro grave problema che persiste, nonostante le campagne governative. Fuori gli ospedali si può leggere spesso la frase in swahili “Rushua ni adiu” (la corruzione è il nemico), ma troppo frequente è l’”obbligo” a dover pagare anche solo per avere un letto, e poi visite, o persino medicine. Un sistema quasi diventato prassi in cui ben presto rischiano di finire anche i nuovi arrivati.
Farmacisti in aiuto è attivo anche in questo paese con varie iniziative e progetti, che hanno però bisogno del tuo aiuto per continuare ad essere portati avanti. Sostienici dunque, insieme contro l’indifferenza!