Dieta e malattie dermatologiche
“Lasciate che il cibo sia la vostra medicina” era solito affermare Ippocrate, filosofo e medico greco, vissuto 400 anni prima di Cristo. In effetti la dieta può influenzare in maniera rilevante lo stato di salute e anche se il rapporto più chiaro tra alimentazione e salute riguarda le malattie cardiovascolari non bisogna trascurare il ruolo giocato da fattori dietetici in numerose patologie dermatologiche.
L’effetto di carenze alimentari sullo stato di salute della pelle è noto da tempo. Si pensi ad esempio alla intuizione avuta dal medico inglese James Lind che nel 1753 mise in relazione le manifestazioni dello scorbuto con una dieta povera di legumi freschi e frutta. Ai nostri tempi, almeno nelle società sviluppate, non sono tanto la malnutrizione e le carenze alimentari a determinare malattie della pelle, quanto gli eccessi e gli squilibri di diete troppo ricche.
Loren Cordain: dieta degli indigeni Kitava e dieta occidentale a confronto
Si può partire, per affrontare il problema, dagli indigeni Kitava dell’isola di Papua nella Nuova Guinea e da quelli Achè della foresta del Paraguay, studiati per anni dalla ricercatrice Loren Cordain. La dieta dei Kitava e degli Achè è rappresentata in larga parte da tuberi, frutta, pesce, e carne di cacciagione, ed è pressochè priva di latticini, olio, margarina, cereali e zucchero raffinato. I carboidrati contribuiscono per il 70 % all’apporto energetico totale, ma hanno un carico glicemico assai basso. In altre parole incidono assai poco sulla glicemia e comportano una bassa risposta in termini di innalzamento dei livelli di insulina.
Nelle due popolazioni studiate da Loren Cordain, l’acne è assente, mentre è pressochè costante tra gli adolescenti del mondo occidentale. Quali i motivi? La dieta dei giovani adolescenti dei paesi sviluppati ha un elevato carico glucidico e provoca, di conseguenza, una elevata secrezione di insulina, la quale, a sua volta, favorisce la comparsa di alterazioni funzionali nella ghiandola sebacea che facilitano la comparsa dell’acne. Tra gli alimenti è soprattutto il latte con i suoi derivati a produrre i livelli plasmatici post-prandiali più alti di insulina e di insulin-like growth factor -I (IGF-I).
Dati ottenuti da vari studi epidemiologici mostrano come un elevato consumo di latte, specie se parzialmente scremato, influenza ad esempio la gravità dell’acne. Il persistere di un elevato consumo di latte e derivati durante l’adolescenza e l’età adulta, anche favorito dai sistemi di refrigerazione sviluppati a partire dagli anni 50, si associa a importanti conseguenze metaboliche che determinano i principali fattori patogenetici identificati nell’acne come l’attivazione del recettore per gli androgeni, la comedogenesi, l’aumento di lipogenesi sebacea, l’infiammazione follicolare.
Psoriasi, dieta e apporto calorico
La psoriasi è una malattia immuno-mediata e per anni la ricerca delle cause della sua origine si è prevalentemente concentrata sulla genetica con l’identificazione di numerosi ” geni di suscettibilità”. In anni recenti è emersa l’importanza di alcuni fattori ambientali nel modulare la comparsa e la gravità della malattia. Si deve, in buona parte, a studi italiani la comprensione dei rapporti tra dieta, apporto calorico e psoriasi. Oltre il 60% dei pazienti con psoriasi è in sovrappeso o francamente obeso ed è ormai largamente accettato che il sovrappeso e l’obesità siano fattori che influenzano la comparsa della psoriasi, la gravità della malattia e la risposta ai trattamenti farmacologici. Una dieta ipocalorica associata a esercizio fisico in pazienti sovrappeso o obesi con psoriasi moderata-grave in trattamento sistemico produce un miglioramento della psoriasi superiore a quello ottenibile con il solo trattamento farmacologico.
Malattie dermatologiche e rapporti con l’alimentazione
Molte altre malattie dermatologiche hanno documentati rapporti con l’alimentazione. Nell’orticaria una dieta povera in “pseudo-allergeni” come preservanti , coloranti e composti aromatici alimentari, può migliorare i sintomi di questa malattia. Il rischi di comparsa di dermatite atopica può essere correlato con l’introduzione tardiva di alimenti durante lo svezzamento. L’allattamento materno limitato ai primi 4 mesi di vita ha effetti protettivi solo nei bambini con storia familiare di atopia. Una supplementazione di probiotici nel periodo pre e post natale è efficace nel prevenire la comparsa di dermatite atopica. In conclusione, anche considerando i problemi dermatologici, si può affermare che, almeno in parte, “siamo ciò che mangiamo”.