L’India in questi anni sta vivendo una forte espansione economica ed urbanistica. Tutto questo fermento sta purtroppo accentuando le disparità tra pochi, pochissimi benestanti e la moltitudine di persone che a stento arrivano a fine mese.
Tutto ciò è ulteriormente evidenziato dalla presenza di aree urbane dove si concentrano aziende e progresso, e aree suburbane o periferiche dove vivono da emarginate, comunità di svantaggiati vittime del retaggio culturale del sistema a caste; quest’ultimo, formalmente eliminato, è tutt’altro che scomparso nella vita quotidiana degli indiani.
L’India è anche il Paese delle contraddizioni e dove grandi magnati rischiano di fare il bello e il cattivo tempo con interventi frutto di accordi politici che si allontanano dall’idea di Res Publica come centrale.
Ed è in questo senso che nello Stato meridionale del Tamil Nadu è stato recenemtente inaugurato il più grande impianto solare in un unico luogo già attivato a settembre se pur a regime ridotto.
Il primo ministro indiano Nerendra Modi e il governo della destra induista del Bharatiya Janata Party hanno approvato incentivi per implementare un piano energetico che prevede di alimentare 60 milioni di case con energia solare entro il 2022 e di produrre il 40% dell’energia indiana con fonti rinnovabili entro il 2030.
Ciò che lascia perplessi del gigantesco impianto di Sengapadai, sorto nel distretto di Ramanathapuram, non è solo la dimensione (10 km quadrati per oltre 2,5 milioni di pannelli solari), ma soprattutto il fatto che sia stato costruito da Adani Green Energy, filiale della multinazionale Adani. Infatti, a dispetto di quanto detto dal suo Presidente ovvero il fatto che questo impianto sia una grande opportunità per far rientrare l’India tra i maggiori produttori di energie rinnovabili, rimane indelebile l’impronta poco green di questa azienda e il tentativo da parte della stessa Adani di realizzare la più grande miniera di carbone dell’Australia, carbone da importare per fornire energia a 100 milioni di indiani.
Cosa succederà adesso con Trump, la sua posizione sui cambiamenti climatici e le necessarie azioni per rallentarlo e i relativi investimenti precedentemente stipulati dagli USA per le energie rinnovabili in India, è ancora tutto da vedere.